Job Index T2 2020

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Mercato del lavoro svizzero: 27% in meno di annunci di lavoro rispetto a poco prima della crisi da coronavirus

 Meno colpite le professioni dell’edilizia principale e secondaria e nel campo della tecnologia e delle scienze naturali


Zurigo, 23 giugno 2020 – Nel secondo trimestre del 2020, le aziende hanno pubblicato il 27% in meno di annunci di lavoro rispetto a poco prima della crisi da coronavirus. È quanto rivela l’indagine scientifica del mercato del lavoro dell’Adecco Group Swiss Job Market Index del Servizio di Monitoraggio dell’Università di Zurigo. Tutte le categorie professionali stanno vivendo un crollo delle offerte di lavoro, ma in misura diversa. Gli annunci di lavoro per le professioni nei settori della tecnologia e delle scienze naturali (-17%) e delle costruzioni primarie e secondarie (-18%) hanno subito una flessione inferiore, mentre quelli per le professioni nel settore alberghiero e della ristorazione e dei servizi alla persona (-39%) hanno registrato il calo maggiore. Tutte le principali regioni sono fortemente colpite dalla riduzione degli annunci di lavoro, con la Svizzera latina che registra un calo leggermente superiore a quello della Svizzera tedesca.

Il crollo del mercato del lavoro svizzero dopo il 16 marzo 2020, data di inizio della situazione straordinaria in Svizzera, si riflette chiaramente nell’andamento attuale dell’Adecco Group Swiss Job Market Index (Job Index): il numero di annunci di lavoro nel secondo trimestre del 2020 è diminuito ben del 27% rispetto al primo trimestre del 2020. Gli annunci di lavoro per il Job Index del 1° trimestre 2020 sono stati rilevati poco prima del 16 marzo 2020, così il confronto trimestrale mette in luce in modo ottimale la situazione prima e durante la pandemia. «Il crollo rispetto al trimestre precedente è brusco e, per il momento, più grave rispetto alle crisi del passato, come ad esempio la crisi finanziaria, dove gli effetti sono stati meno improvvisi. Questo perché nella crisi attuale, praticamente tutti i settori della vita pubblica sociale, economica e culturale si sono dovuti fermare da un giorno all’altro, per prevenire la diffusione incontrollabile del COVID-19. Di conseguenza, sono particolarmente colpitele professioni in cui il contatto personale è di primaria importanza e viene gestito in modo molto tempestivo, come ad esempio nel settore dell’ospitalità e dei servizi alla persona», commenta Anna von Ow dell’Osservatorio del Servizio di monitoraggio del mercato del lavoro svizzero. «L’aspetto positivo è che si è raggiunto il fondo. Il numero di annunci di lavoro si è stabilizzato a un livello basso dopo il brusco crollo delle prime tre settimane. Ma non possiamo ancora parlare di una chiara inversione di tendenza. Ciononostante, si spera in una ripresa relativamente rapida. Nel confronto internazionale, la risposta alla pandemia della Svizzera è ottima, grazie alle rapidissime misure di politica economica attuate, come mostra uno Studio di Adecco Group », illustra Monica Dell’Anna, CEO del Gruppo Adecco Svizzera.

Particolarmente colpiti: alberghi, ristoranti e servizi alla persona (-39%)


Le misure di protezione hanno portato a un blocco quasi totale della vita pubblica sociale, economica e culturale. Ristoranti, parrucchieri e negozi di abbigliamento, ad esempio, sono rimasti completamente chiusi. Di conseguenza, il numero di annunci di lavoro per le professioni nel settore alberghiero e di ristorazione nonché in quello dei servizi alla persona è diminuito drasticamente (-39%). Questo gruppo professionale comprende, ad esempio, il personale di servizio e di cucina, le professioni di economia domestica o le professioni nel campo dell’igiene personale.

Il calo è massiccio anche nelle professioni del commercio e delle vendite (-35%). Questo gruppo professionale comprende, ad esempio, i dipendenti del commercio al dettaglio o il personale di cassa. Ciò significa che l’indice professionale del commercio e delle vendite, che aveva già valori relativamente bassi prima della pandemia, è attualmente al livello più basso dal 2012, anno di inizio della serie di rilevazioni.

Le professioni amministrative e d’ufficio sono attualmente a un minimo senza precedenti dall’inizio della serie di indici nel 2012. Le professioni amministrative e d’ufficio registrano da tempo un andamento sotto la media. Inoltre, il calo del -35% in questa categoria professionale è sorprendentemente forte a prima vista, poiché misure come l’home office o il distanziamento sociale sono solitamente più semplici da applicare a queste professioni rispetto, ad esempio, a quelle del settore alberghiero e della ristorazione. Questa categoria comprende le professioni commerciali e quelle nel campo della pubblicità e del marketing.

Un calo altrettanto massiccio del -35% è stato registrato nelle professioni manageriali e organizzative. Questa categoria professionale comprende, tra gli altri, direttori nel settore della ristorazione, imprenditori, alti funzionari e project manager, ma anche specialisti del personale e dell’organizzazione.

Gli annunci di lavoro per le professioni informatiche sono diminuiti del 26%. Questa categoria professionale comprende, ad esempio, programmatori o analisti.

Per le professioni nel settore sanitario, dell’istruzione e dei servizi pubblici, la diminuzione è del 22% ciascuno. Le professioni sanitarie comprendono, ad esempio, fisioterapisti o infermieri. Le professioni nel settore dell’istruzione e dei servizi pubblici comprendono, ad esempio, le professioni legali, assistenziali ed educative, gli insegnanti e i professionisti dei media.

Se guardiamo più da vicino le professioni dell’industria e dei trasporti, il numero di annunci di lavoro nel secondo trimestre del 2020 è inferiore di ben un quinto (-21%) rispetto a quello del primo trimestre del 2020. Il valore dell’indice di questa categoria professionale scende così al livello di fine 2015. Questa categoria professionale comprende, ad esempio, le professioni nei settori della trasformazione e lavorazione dei metalli, dell’ingegneria meccanica o della costruzione di veicoli e attrezzature.

Meno colpite: le professioni dell’edilizia principale e secondaria (-18%) e della tecnologia e scienze naturali (-17%)


A registrare la flessione minore nel confronto con il trimestre scorso, sono stati gli annunci di lavoro per le professioni della tecnologia e delle scienze naturali con -17%. Questa categoria professionale comprende, ad esempio, tecnici e progettisti di ingegneria civile e strutturale.

Anche le professioni nel campo dell’edilizia principale e secondaria (ad esempio muratori, elettricisti o progettisti sanitari), con un -18%, hanno subito una flessione meno forte rispetto agli altri settori.

Le professioni nel campo della finanza e dell’amministrazione fiduciaria (ad es. contabili, bancari e assicuratori) hanno registrato un calo pari a -19%, ovvero di poco inferiore a un quinto rispetto al primo trimestre del 2020.

«Gli annunci di lavoro sono crollati in tutte le categorie professionali. Ciò riguarda anche le professioni che sembrano particolarmente adatte all’home office o che non richiedono un contatto diretto con altre persone (ad es. nell’informatica o, in una certa misura, nel campo tecnico-scientifico). Questi sviluppi mostrano come l’economia svizzera funzioni in modo interconnesso e come l’incertezza e le regole di comportamento abbiano notevolmente influito su un gran numero di professioni. A seconda della situazione dei partner commerciali (clienti e committenti), alcune aziende hanno dovuto essere ridimensionate, a volte in modo drastico, ad esempio perché il finanziamento dei progetti è stato messo in discussione o perché le catene di approvvigionamento sono state interrotte», commenta Anna von Ow dell’Osservatorio del Servizio di monitoraggio del mercato del lavoro svizzero.

«Partiamo dal presupposto che la situazione attuale accelererà i processi di trasformazione, portando a un’ulteriore automazione e digitalizzazione dei processi di produzione e di lavoro. Stiamo osservando questo sviluppo da diversi anni ormai. Le cifre del Job Index sottolineano questa tendenza e gli ultimi sviluppi nell’ambito della crisi del coronavirus hanno addirittura accelerato questo processo di trasformazione», aggiunge Monica Dell’Anna.

«La situazione attuale potrebbe risultare difficile in particolare anche per le persone che esercitano professioni che secondo il nostro studio sono in declino da tempo. Come ad esempio per una parte delle professioni d’ufficio e di vendita. In questo contesto, sono utili le opportunità di formazione e riqualificazione professionale promosse attivamente da aziende e politica», commenta Anna von Ow dell’Osservatorio del Servizio di monitoraggio del mercato del lavoro svizzero.

I mercati del lavoro subiscono una flessione significativa in tutte le principali regioni svizzere


Nel secondo trimestre del 2020 tutte le principali regioni svizzere evidenziano un calo similmente forte del numero di annunci di lavoro rispetto al periodo precedente alla pandemia. La Svizzera latina, più gravemente colpita dal coronavirus, registra una riduzione leggermente maggiore del numero di annunci di lavoro rispetto alla Svizzera tedesca.

Con un – 29% ciascuna, le aziende della Regione del Lago di Ginevra e dell’Espace Mittelland sono quelle che hanno maggiormente ridotto le loro pratiche di gara rispetto al trimestre precedente. Nella Svizzera nordoccidentale gli annunci di lavoro sono diminuiti del 28%. Il calo degli annunci di lavoro è un po’ meno pronunciato nell’area di Zurigo (-25%), nellaSvizzera centrale (-25%) e nella Svizzera orientale (-24%), ciascuna con un calo di circa un quarto.

Job-Index e PIL: una stretta correlazione

L’importanza della stampa quale canale di pubblicazione 

 

GRAFICA*

11 categorie professionali

4 categorie professionali

Job Index per macroregioni

*I valori percentuali si basano sul campione Adecco Group Swiss Job Market Index